FIERA DELLA CANAPA MUNDI

FIERA DELLA CANAPA MUNDI

Anchre quest' anno si è svolta la FIERA DELLA CANAPA MUNDI Internazionale delle Canape nella Capitale: l’evento del settore più grande d’Italia, l’unica riconosciuta ufficialmente come Internazionale, in esponenziale crescita. Rispetto all'anno scorso c'è stato un sostanzioso incremento dei visitatori previsto.

È Garanzia di successo per gli espositori. Opportunità di conoscenza, divertimento e convenienza per i visitatori. Contributo per la trasformazione culturale della nostra società e per lo sviluppo di un ambito così importante della nostra economia. Noi di Smo-King siamo stati molto curiosi di visionare tutto quello che la Fiera aveva da offrire.

È Punto d’incontro per produttori, consumatori, coltivatori, distributori, negozianti, associazioni, nuovi e vecchi clienti provenienti da tutto il mondo. Attraverso stand, workshop, conferenze, proiezioni, mostre e laboratori si incontrano cibo, abiti, bioplastiche, prodotti per coltivazione, tecniche di costruzione, strumenti per consumatori e pazienti.

Canapa Mundi è la celebrazione della pianta per eccellenza sinonimo di forza, resistenza, buona salute, rispetto per l’ambiente e per le nostre radici storiche.

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Curiosità

Mike Tyson diventa produttore di cannabis in California

Mike Tyson diventa imprenditore e aprirà un ranch per la produzione di cannabis, dopo che la droga è stata legalizzata per uso ricreativo in California. L’ex campione mondiale dei pesi massimi, insieme ai suoi due soci in affari, aprirà la proprietà su un terreno di 40 acri a 60 miglia a sud-ovest del Parco nazionale della Death Valley. Il Tyson Ranch permetterà ai coltivatori di coltivare il loro raccolto e ci sarà anche una scuola di coltivazione per aiutare i coltivatori a ottenere il massimo dai loro ceppi. Il 51enne ex pugile è stato recentemente fotografato sul terreno.

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Tyson è un sostenitore di vecchia data della marijuana medica e il suo ranch effettuerà anche ricerche per sviluppare i suoi usi clinici. Il campione sostiene anche gli ex membri delle forze armate con la compagnia operativa, ‘Tyson Holistic’, che impiega principalmente veterani. La California si aspetta un boom di marijuana con la legalizzazione, e il sindaco ha descritto il ranch come una “rinascita” per la città che creerà tanti posti di lavoro.

Articolo tratto da Adnkronos.com

Cannabis terapeutica, l’Emilia Romagna raddoppia le richieste

L’Emilia Romagna ha chiesto al ministero della Salute di raddoppiare la quantità di cannabis terapeutica a sua disposizione per il 2018, passando da 37 a 60 chilogrammi. L’istanza è motivata dalla crescente richiesta di pazienti che ne fanno uso su prescrizione medica. Inoltre, per evitare che si ripeta la carenza di cannabis terapeutica che si è verificata in questi ultimi mesi, la Regione ha anche deciso di acquistarne direttamente una quota attraverso le proprie farmacie ospedaliere, al fine di garantire una continuità terapeutica del trattamento. E sarà la prima regione italiana a farlo.

La richiesta di utilizzare cannabis negli ultimi anni è in costante aumento e, sulla base dei dati del Servizio assistenza territoriale regionale, le importazioni sono passate dai 6 chilogrammi del 2016 ai 32 del 2017 per arrivare ai 60 di quest’anno. Un altro elemento emerso dai dati regionali è che nel 2017 il 50% di chi ha acquistato cannabis a uso terapeutico proveniva da fuori regione, un dato che nel primo mese del 2018 è arrivato al 70%. Anche perché le regioni confinanti con la nostra dichiarano un fabbisogno di 2 chilogrammi di cannabis, determinando così una sorta di turismo sanitario. L’Emilia Romagna dal 2016 prevede l’esenzione totale per l’utilizzo della cannabis solo per due specifiche patologie: la sclerosi multipla e il dolore neuropatico resistente ai trattamenti convenzionali e, nel periodo compreso tra il settembre 2016 e il novembre 2017, i pazienti che hanno fatto uso di cannabis sono stati 814. Ma è prevedibile che il numero di coloro che possono utilizzare la cannabis a scopo terapeutico aumenti.

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Un emendamento alla Legge di stabilità ha ampliato il numero di chi potrà farvi ricorso nell’ambito del servizio sanitario nazionale. In base alle nuove norme, la cannabis potrà essere utilizzata su prescrizione medica per curare i danni derivanti da chemioterapia, terapie Hiv, per stimolare l’appetito in pazienti affetti da Aids, anoressia nervosa e per ridurre i movimenti involontari del corpo e facciali nelle persone colpite dalla sindrome di Gilles de la Tourette. Nel corso dell’incontro di lunedì a Bologna, tra le associazioni dei malati e i tecnici della Regione, è stato anche deciso di istituire un tavolo tecnico di monitoraggio per poter valutare la necessità di chiedere un ulteriore aumento della dotazione.

L’importazione della cannabis a uso terapeutico fino allo scorso anno avveniva esclusivamente dall’Olanda sulla base di quote annuali definite e calcolate dal governo. Per il 2018 la quota nazionale è stata fissata in 500 chili, una quantità che potrebbe però non essere sufficiente. Come è avvenuto del resto nel 2017, quando furono richiesti all’Olanda solamente 200 chili di cannabis rispetto al massimale previsto di 250 chili. A novembre l’Italia chiese un’ulteriore quantità di prodotto, ma l’Olanda, avendo nel frattempo superato il massimale definito per ogni Paese europeo di 250 chilogrammi, non fu in grado di soddisfare l’ordine

tardivo. Cercando di correre ai ripari, il ministero ha poi emesso un ulteriore bando in base al quale quest’anno 100 chili di prodotto saranno importati dal Canada. Nel frattempo però la cannabis a novembre e dicembre divenne introvabile nelle farmacie.

Articolo tratto da La Gazzetta di Reggio

Se ancora non conoscete la canapa, correte ai ripari: 10 cose da sapere sulla pianta miracolosa

Ricca di proteine, antiossidanti e vitamine, se utilizzata in cucina; pronta a sostituire la plastica o a trasformarsi in carta, in tessuto o addirittura in un combustibile, se destinata ad altri usi. Conosciuta dalla notte dei tempi e utilizzata nella medicina naturale, la canapa è una delle piante più versatili del mondo. Vittima del proibizionismo, perché confusa con la “sorella” marijuana, la canapa industriale sta acquisendo sempre più fama, vincendo la diffidenza dei consumatori.

Celebrata da più parti, nel campo bio ma anche nei grandi eventi, come “Canapa Mundi”, Fiera Internazionale della canapa, che si terrà a Roma dal 16 al 18 febbraio, questa pianta merita, dunque, di conquistare un posto di primo piano tra le specie vegetali amiche dell’uomo e dell’ambiente. Ecco dieci cose che forse non sapevate sulla canapa:

  1. La canapa è una pianta antichissima

La canapa è una pianta legnosa annuale costituita da un fusto alto e sottile, disseminato e sormontato da foglie, che può raggiungere e in alcuni casi superare i 4 metri di altezza. È caratterizzata da fibra eccezionalmente resistente, pasta ricchissima di cellulosa e semi estremamente nutrienti. A seconda dei differenti metodi di coltivazione e lavorazione, può trovare impiego in diversi settori, da quello alimentare a quello tessile. Il suo uso si perde nella notte dei tempi: è infatti considerata una delle più antiche colture della civiltà umana e da sempre utilizzata nella medicina naturale.

2. Qual è la differenza tra canapa e marijuana?

La differenza è nel grado di Thc. La famiglia della canapa comprende diverse specie di piante. Tra di esse, quella più utilizzata dall’uomo è la Canapa Sativa, la cui resina è praticamente priva di cannabinoidi, ovvero le sostanze psicotrope di cui il Thc è il principale componente, ed è quindi usata nel settore alimentare, tessile, energetico. I cannabinoidi invece sono presenti nelle foglie e nelle infiorescenze di un’altra specie di canapa, la Canapa Indiana o Canapa Indica. La sua resina è ricca di Thc: fin dall’antichità erano note le sue proprietà curative, tanto che sia in Oriente sia in Occidente era diffusa la pratica di fumare le foglie arrotolate di canapa. La marijuana è considerata una droga leggera e la sua coltivazione in Italia è vietata. Canapa e marijuana non sono, dunque, la stessa cosa. La canapa, inoltre, pur mantenendo un aspetto simile alla marijuana, è stata sempre più selezionata per l’uso industriale, il che ha ridotto al minimo le concentrazioni di THC. In una normale varietà di canapa industriale certificata la quantità di THC è irrilevante e trascurabile (meno dello 0,2%) e, quindi, completamente legale.

3. Da pianta fuorilegge a risorsa per l’economia

All’inizio del 1900, prima dell’avvento del proibizionismo, in Italia si coltivavano più di 100mila ettari di canapa. Nel 2015 ne abbiamo coltivati poco più di 3mila. Questo perché la pianta è passata dall’essere centro di un’economia fiorente a prodotto fuorilegge, a causa della confusione con la marijuana. Oggi la canapa vive un periodo di riscoperta. La nuova legge italiana sulla canapa industriale è entrata in vigore il 14 gennaio 2017 e stabilisce, tra le altre cose, che non è più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di THC al massimo dello 0,2%. Al di sotto di questa soglia, quindi, è possibile coltivare canapa senza problemi.

4. L’uso in cucina: l’olio di canapa

L’olio di canapa è ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Cannabis Sativa. Può essere utilizzato in cucina come un qualsiasi altro olio e può essere integrato alla normale dieta per favorire e proteggere il corretto funzionamento dei processi fisiologici, dal metabolismo alle difese immunitarie. È noto per le sue proprietà antiossidanti, analgesiche e antiinfiammatorie, per attenuare lo stress, l’insonnia e l’ansia. Inoltre, possiede un perfetto equilibrio tra Omega 3 e Omega 6. È anche un potente elisir di bellezza, in grado di rendere la cute morbida, elastica e levigata, anche agendo contro acne e psoriasi, soprattutto quando viene usato nelle creme. Nonostante i benefici derivanti dal suo uso, è ancora poco conosciuto, se non dai consumatori di nicchia del settore biologico. La popolarità di questo prodotto sta crescendo piano piano, ma ancora è frenata dagli alti costi e dalla disinformazione.

5. Il “super cibo”: i semi di canapa

Ottenuti dalla pianta erbacea Cannabis Sativa, i semi di canapa sono considerati un alimento completo dal punto di vista proteico: per questo sono molto apprezzati da chi segue un regime dietetico vegetariano o vegano. Infatti per il 25% sono composti da proteine, ma in una combinazione eccezionale che vede presenti tutti gli 8 aminoacidi essenziali per la sintesi proteica. Spesso definiti “super cibo”, hanno diverse proprietà: grazie all’alta presenza degli acidi polinsaturi, sono utili per combattere e prevenire diversi disturbi tra i quali l’arteriosclerosi, disturbi cardiovascolari, colesterolo, artrosi, malattie del sistema respiratorio (ad esempio asma, sinusite e tracheite), eczemi e acne. Dal sapore gradevole, in cucina possono essere utilizzati per condire insalate.

6. Dalla canapa ai tessuti: anche le vele dei Fenici erano fatte di canapa

La canapa può essere impiegata anche nel settore tessile. Le coltivazioni di canapa si pongono come un’alternativa a quelle di cotone, le quali spesso vengono criticate per il loro impatto ambientale, sia per il ricorso a pesticidi, sia per l’uso di ingenti risorse idriche. La pianta di canapa è più sostenibile: richiede un impiego di pesticidi e di fertilizzanti decisamente inferiore. Dalla canapa, inoltre, si ottengono filati resistenti utilizzabili per la produzione di tessuti destinati alla produzione di manufatti tessili, accessori e capi d’abbigliamento. L’uso nel settore tessile è antichissimo: sembra che i Fenici la utilizzassero per realizzare le vele delle imbarcazioni.

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7. Dalla canapa alla carta: la Costituzione americana fu scritta su fogli di canapa

Pochi sanno che dalla canapa è possibile ottenere carta di utilizzo comune o di alta qualità: si potrebbe usare anche per stampare giornali o per produrre cartoni. È ottenuta dalla stoppa e dalla parte legnosa della canapa, chiamata canapolo, rimaste a seguito dell’estrazione della fibra tessile o dei semi. Dato che si utilizzano gli scarti, si potrebbe impiegare un’unica coltivazione di canapa — principalmente usata per produrre fibre tessili, semi o olio — anche per produrre carta, con un vantaggio in termini di risparmio economico. L’uso della canapa per produrre carta è noto da tempo: anche la Costituzione americana fu scritta su fogli di canapa. Negli USA, in particolare, la canapa è stata molto coltivata, fin dall’epoca della colonizzazione: i primi Stati istituiti negli USA richiedevano agli agricoltori di coltivare legalmente la canapa, sanzionando chi si opponeva.

8. La canapa può essere una valida alternativa alla plastica

La cellulosa contenuta nella pianta permette di ottenere materiali plastici degradabili che possono essere utilizzati per la produzione di imballaggi e di materiali da impiegare con una funzione isolante. In questo senso, quindi, la canapa può porsi come alternativa al petrolio.

9. La canapa può essere utilizzata come combustibile

Anche in questo ambito si conferma amica dell’ambiente e come un possibile sostituto del petrolio. Utilizzarla per la combustione non incrementerebbe infatti i quantitativi di Co2 rilasciati in atmosfera, in quanto l’emissione di anidride carbonica durante la combustione sarebbe controbilanciata dal quantitativo di Co2 assorbito dalla canapa stessa nel corso della coltivazione delle relative piante.

10. La canapa guarda al futuro della bioedilizia

La canapa e la sua fibra vegetale trovano un ottimo impiego in quella che viene definita bioedilizia, ovvero edilizia sostenibile. Prima di tutto, sintetizzando il carbonio, la canapa riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera ed è quindi in grado di rendere gli ambienti in cui è applicata più salubri e meno inquinati. Ma non è solo questo a renderla speciale in questo settore: l’uso di blocchetti o della calce di canapa è in grado di garantire un ottimo isolamento termo-acustico, protezione da insetti e microbi, regolamentazione termo–igrometrica, traspirabilità e resistenza al fuoco.

Articolo tratto da Huffington Post Italia

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