GROW SHOP

GROW SHOP

COSA SONO GROW SHOP Un Growshop nasce dalla necessita’ di produzione e coltivazione della canapa e marijuana legale. Un Grow shop ( negozio specializzato in prodotti fertilizzanti) vende anche prodotti che possono essere utilizzati anche per la coltivazione di altre colture come il pomodoro, peperoni, banane e varie altre piante esotiche, che richiede un ambiente artificiale, per esempio il clima norvegese non potrebbe aiutare lo sviluppo delle stesse coltivazioni.

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Cosa sono i grow-shop?


Nei Growshop si trovano informazioni anche di vasi, terricci, fertilizzanti, luci, estrattori ed altre attrezzature per la produzione, la lavorazione e la raccolta delle colture. 
Troverai anche prodotti per la cura del corpo di grandi e piccoli, offrendo l’opportunità di scegliere tra una ricca gamma di saponi artigianali a base di canapa unita ad altri elementi naturali; inoltre si trovano in catalogo unguenti e saponi per la pelle dei bambini, creme per le mani, creme contro la cellulite, idratanti e dopo-sole, maschere per il viso, sieri dopobarba, e anche una linea per i capelli, per l’igiene intima alla canapa e anti età.

Fino a qualche anno fa i growshop erano posti frequentati innanzitutto da consumatori di cannabis e appassionati di coltivazione. Oggi non è più così. Una fetta sempre crescente della clientela è ormai formata da non fumatori e da persone attratte dai prodotti alimentari e tessili a base di canapa. Questo cambiamento della clientela è il prodotto di quel processo di “normalizzazione” della canapa che finalmente sta avvenendo anche in Italia. Si tratta di una tendenza importante da conoscere anche per pianificare lo spazio dedicato all’interno del negozio per i vari tipi di prodotti e la simbologia comunicativa da attuare, a cominciare dal nome scelto per il negozio.

I negozi Growshop in Italia sono in forte espansione come nel resto d’ Europa, pensate che solo nei Paesi Bassi ci sono circa 400 negozi. Un esempio https://www.thebulldog.com/

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ERBA E OLIO

Erba

Parlando della canapa la  si inserisce in un contesto di piante erbacee a ciclo annuale la cui altezza varia tra 1,5 e 2 metri.  Presenta una lunga radice a fittone e un fusto, eretto o ramificato, con escrescenze resinose, angolate, a volte cave, specialmente al di sopra del primo paio di foglie.

Le foglie sono picciolate e provviste di stipole; ciascuna di esse è palmata, composta da 5 a 13 foglioline lanceolate, a margine dentato-seghettato, con punte acuminate fino a 10 cm di lunghezza e 1,5 cm di larghezza; nella parte bassa del fusto le foglie si presentano opposte, nella parte alta invece tendono a crescere alternate, soprattutto dopo il nono/decimo nodo della pianta, ovvero a maturazione sessuale avvenuta (dopo la fase vegetativa iniziale, nota popolarmente come “levata”).

Le piante di canapa sono sia monoiche (utili per la produzione di semi a uso alimentare) sia dioiche. I fiori maschili (staminiferi) sono riuniti in pannocchie terminali e ciascuno presenta 5 tepali fusi alla base e 5 stami.

I fiori femminili (pistilliferi) sono riuniti in gruppi di 2-6 alle ascelle di brattee formanti corte spighe; ognuno mostra un calice membranaceo che avvolge strettamente un ovario supero e uniloculare, sormontato da due stili e due stimmi.

La pianta germina in primavera e fiorisce in estate inoltrata, quando le ore di luce diminuiscono (è stato dimostrato che la durata del periodo vegetativo è influenzata dal fotoperiodo cui le piante vengono sottoposte; l’unica specie di Cannabis la cui fioritura non dipende dal fotoperiodo è la Cannabis ruderalis, la cui fioritura avviene automaticamente dopo un periodo di crescita vegetativa variabile tra 21 e 30 giorni circa, e si protrae per un arco di tempo di 4-6 settimane). Il periodo di fioritura varia molto a seconda delle specie e delle varietà considerate: piante di C. sativa, originarie della fascia equatoriale, tendono ad avere una fioritura molto duratura, fino a 14-16 settimane e oltre in alcune varietà, mentre varietà di C. indica, che ha origine nella fascia subtropicale/temperata, solitamente richiedono circa 8-10 settimane per portare le infiorescenze a maturazione. L’impollinazione è anemofila (trasporto tramite il vento). In autunno compaiono i frutti, degli acheni duri e globosi, ciascuno trattenente un seme con un endosperma carnoso ed embrione curvo.

 

Ingrandimento del fiore femminile di Cannabis Sativa; ben evidenti sono i “cristalli” di resina

Il contenuto di metaboliti secondari vincola la tassonomia in due sottogruppi o chemiotipi a seconda dell’enzima preposto nella biosintesi dei cannabinoidi. Si distingue il chemiotipo CBD, caratterizzato dall’enzima CBDA-sintetasi che contraddistingue la canapa destinata a usi agroindustriali e terapeutici e il chemiotipo THC caratterizzato dall’enzima THCA-sintetasi presente nelle varietà di cannabis destinate a produrre inflorescenze e medicamenti. L’ibrido f1 manifesta la contemporanea presenza di entrambi i maggiori cannabinoidi CBD e THC confermando l’aspetto politipico della cannabis.

I preparati psicoattivi come l’hashish e la marijuana sono costituiti dalla resina e dalle infiorescenze femminili ottenute appunto dal genotipo THCA-sintetasi. Tale sottogruppo fu coltivato fino alla seconda metà del secolo scorso, nonostante fosse stato proibito nella decade ’20-’30 l’uso come medicina (ma affrontando la questione terapeutica nei casi previsti impiegando tinture o estratti fitogalenici). Tali genotipi, fino ad allora, erano, per così dire, “domesticati” (se confrontati con i valori odierni), venendo impiegati nella costituzione di ibridi altamente produttivi utilizzati in campo industriale.

Analogamente, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, furono selezionate dapprima in Francia, Polonia e Russia le varietà destinate a usi esclusivamente agroindustriali, ottenute dal genotipo CBDA-sintetasi, distinte da un contenuto ormai irrisorio (se riferito ai valori originari) sia del metabolita specifico sia dei cannabinoidi minori.

Olio

Ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Cannabis, l’olio di canapa è un olio vegetale ricco in acidi grassi essenziali dalle proprieta’ spiccate antiossidanti, immunomodulanti e antinfiammatorie, attualmente oggetto di studi e ricerche scientifiche.

Si presenta con un colore che varia dal verde chiaro al verde intenso, possiede un odore poco marcato ed un sapore molto gradevole che ricorda quello delle nocciole. Per questa ragione è utilizzato per condire insalate, cereali, zuppe, ecc.. al posto o a fianco dell’olio extravergine di oliva.

 

Le proprietà dell’olio di canapa

Insieme all’olio di pesce a quello di semi di lino, l’olio di canapa è una delle poche fonti vegetali di acido alfa linolenico. In particolare, l’olio di semi di canapa è noto per il suo ottimale equilibrio tra omega-3 e omega-6: nessun altro alimento in natura è in grado di garantire una proporzione 3:1, rapporto raccomandato dalle ricerche mediche e dalle più avanzate teorie nutrizioniste. Questa, infatti, è la principale differenza tra l’olio di semi di canapa e gli altri olii utilizzati nell’alimentazione o come integratori alimentari.

 

Nell’olio di canapa sono presenti anche quantità significative di amminoacidi, essenziali al corretto funzionamento dell’organismo; numerose vitamine, tra cui A, E, B1, B2, PP, C; sali minerali come ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo; fitosteroli e cannabinoidi (specialmente CBD, Cannabidiolo) che secondo le più recenti acquisizioni medico-scientifiche hanno un’importante funzione di modulazione per quanto riguarda il sistema immunitario e le funzioni cognitive.

Il livello di THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo stupefacente della canapa, è molto basso, meno di una parte per milione, così per avere effetti psicotropi da parte di questa sostanza, bisognerebbe assumerne dai 5-9 litri al giorno. Fino ad oggi non si è verificato nessun tipo di effetti collaterali derivanti dall’assunzione di olio di canapa, ma al contrario, si sono osservati effetti benefici sulla salute, sia per i bambini che per gli adulti, tanto da essere ormai raccomandato nella prevenzione e nel trattamento delle malattie a base è infiammatoria.

BENEFIT

Parlando di BENEFIT sono piu’ di 20 gli stati che hanno legalizzato la marijuana medica.
Anche gli esperti hanno cambiato idea: recentemente, il principale inviato medico della CNN, Sanjay Gupta, ha ribaltato la sua opinione sulla marijuana medica.
M
olte persone sono d’accordo con la nuova posizione di Gupta e credono che il farmaco debba essere legale per usi medici.
E anche se i benefici del ”FUMARE” potrebbero essere sopravvalutati dai sostenitori della legalizzazione della marijuana, nuove leggi aiuteranno i ricercatori a studiare gli usi medicinali del farmaco e capire meglio come influisce sul corpo.
Attualmente solo il 6% degli studi sulla marijuana analizza le sue proprietà medicinali.
Tienete presente
, tuttavia, che ci sono effetti negativi nel fumare troppa CANNABIS o di usarla per scopi non medicinali. Abusandone troppo, infatti, può portare alla dipendenza e rovinare la memoria e le emozioni.
Ci sono almeno due sostanze chimiche attive nella marijuana che i ricercatori ritengono abbiano applicazioni medicinali. Quelli sono cannabidiolo (CBD) – che sembra avere un impatto sul cervello positivo e  il tetraidrocannabinolo (THC) – che ha proprietà antidolorifiche (e altre).

 

Inoltre, alcuni di questi benefici per la salute possono essere ottenuti prendendo pillole di THC come Dronabinol, una forma sintetica di THC, che in qualche modo potrebbe essere più efficace della marijuana affumicata.

Può essere usato per trattare il glaucoma.
L’uso di marijuana può essere usato per trattare e prevenire il glaucoma della malattia dell’occhio, che aumenta la pressione nel bulbo oculare, danneggiando il nervo ottico e causando la perdita della vista.
La marijuana riduce la pressione all’interno dell’occhio, secondo il National Eye Institute: “Gli studi nei primi anni ’70 hanno dimostrato che la marijuana, quando fumata, abbassava la pressione intraoculare (IOP) nelle persone con pressione normale e quelle con glaucoma.”
Questi effetti del farmaco possono rallentare la progressione della malattia, prevenendo la cecità.

Può aiutare a invertire gli effetti cancerogeni del tabacco e migliorare la salute dei polmoni.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association nel gennaio 2012, la marijuana non altera la funzione polmonare e può persino aumentare la capacità polmonare.
I ricercatori in cerca di fattori di rischio di malattie cardiache hanno testato la funzione polmonare di 5.115 giovani adulti nel corso di 20 anni. I fumatori di tabacco hanno perso la funzione polmonare nel tempo, ma gli utenti del piatto hanno effettivamente mostrato un aumento della capacità polmonare.
È possibile che l’aumentata capacità polmonare sia dovuta a respiri profondi durante l’inalazione del farmaco e non a una sostanza chimica terapeutica presente nel farmaco.

Può aiutare a controllare le crisi epilettiche.
L’uso di marijuana può prevenire le crisi epilettiche, secondo uno studio del 2003.
Robert J. DeLorenzo, della Virginia Commonwealth University, ha dato estratto di marijuana e marijuana sintetica a ratti epilettici. I farmaci liberano i ratti delle crisi per circa 10 ore. I cannabinoidi come i principi attivi della marijuana, il tetraidrocannabinolo (noto anche come THC), controllano le convulsioni legandosi alle cellule cerebrali responsabili del controllo dell’eccitabilità e della regolazione del rilassamento.
I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics.
Riduce anche i sintomi di una grave crisi convulsiva nota come sindrome di Dravet.
Charlotte Figi ha la sindrome di Dravet, ei suoi genitori le stanno dando la marijuana per curare i suoi attacchi.
Durante la ricerca per il suo documentario “Weed”, Gupta ha intervistato la famiglia Figi, che tratta la figlia di 5 anni usando una varietà di marijuana medica ad alto contenuto di cannabidiolo e basso contenuto di THC.
La loro figlia, Charlotte, ha la sindrome di Dravet, che causa convulsioni e gravi ritardi nello sviluppo.
Secondo il film, la droga ha ridotto i suoi attacchi da 300 a settimana a solo uno ogni sette giorni. Quaranta altri bambini nello stato stanno usando lo stesso ceppo di marijuana per curare i loro attacchi – e sembra che stia funzionando.
I medici che hanno raccomandato questo trattamento dicono che il cannabidiolo nella pianta interagisce con le cellule cerebrali per calmare l’eccessiva attività cerebrale che causa queste convulsioni.
Come nota Gutpa, un ospedale della Florida specializzato nel disordine, l’American Academy of Pediatrics e l’agenzia Drug Enforcement non approvano la marijuana come trattamento per Dravet o altri disturbi convulsivi.
Una sostanza chimica presente nella marijuana impedisce al cancro di diffondersi.
La CBD può aiutare a prevenire la diffusione del cancro, come riportato dai ricercatori del California Pacific Medical Center di San Francisco nel 2007.

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